A Cracovia, per incontrare Gesù
Una volta tornato dalla GMG, mi è stato chiesto il motivo per cui ho preso parte a questa esperienza. Ora risponderei con le parole con cui Papa Francesco ha iniziato l’omelia della Santa Messa di domenica 31 luglio: “Cari giovani, siete venuti a Cracovia per incontrare Gesù”. Se così non fosse stato, non avrebbe avuto senso tutta la fatica fatta, il dormire scomodi, il mangiare diverso da quello di casa e a volte improponibile, gli orari assurdi e tutti quei chilometri percorsi, sarebbe stato più rilassante e divertente andare a farsi una settimana al mare con gli amici. Siamo stati messi alla prova e non solo a livello fisico. L’incontro con Gesù ti costringe a mostrarti per quello che sei, con tutti i limiti e le difficoltà. Ho dovuto mettere da parte l’orgoglio, saper dire che non sono perfetto per quanto lo voglia, ammettere di aver bisogno della Misericordia di Dio, chiedere scusa per tutti gli errori che continuamente commetto. Questa Giornata Mondiale della Gioventù è stata per me l’occasione di riscoprire che il Signore mi ama nonostante tutte le mie insufficienze. Lui mi cerca, devo solo farmi trovare, come ricorda il Santo Padre nella predica stessa, prendendo ad esempio la figura di Zaccheo che “non riusciva a vedere il maestro perché era piccolo” e come lui anche noi “possiamo correre il rischio di stare a distanza da Gesù perché non ci sentiamo all’altezza”, mentre “per Gesù (…) tutti siamo prediletti e importanti”.
Una domanda ora potrebbe sorgere spontanea a chiunque e suonerebbe più o meno così: “Ma per capire tutto ciò era proprio necessario andare fino a Cracovia? Non bastava recarsi in chiesa qui a Bareggio, confessarsi e/o chiedere chiarimenti al don o a chi per lui sul concetto di misericordia?”. Magari a qualcuno basta questo, buon per lui, ma spesso per capire le cose bisogna guardarle un po’ più da lontano, uscire alla quotidianità di tutti i giorni, mettersi in cammino, e non solo dal punto di vista spirituale, come abbiamo fatto in questo pellegrinaggio.
Dopo aver vissuto questa esperienza, riscoperto la Misericordia del Signore, condiviso gioie, e fatiche con gli amici – elemento senza il quale questa esperienza avrebbe perso molto di senso -, creato nuovi ponti e visitato una terra dove, nonostante le gravi ferite storiche, la fede è rimasta forte, la sfida è un’altra: portare il messaggio ricevuto dal Papa nella nostra comunità e tentare di viverlo ogni giorno.
G.G.