Don Luigi saluta la comunità
Carissimi Fratelli,
inizio questa mia riflessione da parroco, in scadenza, ricordando le parole che il Santo Papa Giovanni Paolo II rivolse a don Giussani e ai responsabili di CL in una udienza privata nel 1982: “Voi siete senza patria perché siete inassimilabili a questa società”. Questo pensiero del Santo Papa, che rifletteva la sua esperienza di cristiano, di sacerdote, di Vescovo e di Papa, descriveva e illuminava la vita del movimento e la sua originalità di fronte al mondo e alla stessa chiesa.
Tutta la mia vita cristiana e sacerdotale è stata attraversata dalla consapevolezza di essere “senza patria”, perché chiamato da Gesù Cristo a seguirlo in un cammino in cui ho sperimentato la progressiva appartenenza a Lui che ha generato in me grande libertà e speranza.
Giovanni l’evangelista afferma: “Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe” (Gv 1,10) e “Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33). E’ vero, la vittoria di Cristo sul mondo mi ha reso libero dai vari condizionamenti socioculturali e appassionato al suo annuncio, che mette in grado di intravvedere nuovi percorsi nella fedeltà a tutta la tradizione della chiesa e di proporli alle comunità quali cammini di testimonianza.
Le parole del Santo Papa e del vangelo di Giovanni esprimono i sentimenti del mio cuore anche in questa nuova avventura: lascio la comunità di Bareggio per continuare a vivere il sacerdozio in quella di Cerro Maggiore, guidata da mio fratello don Roberto. Il mio animo è lieto e triste insieme, ma pieno di speranza, perché è certo che Gesù Cristo nella sua chiesa continua ad operare per il bene e per lo sviluppo di tutta la comunità di Bareggio. L’età veneranda, che sempre è accompagnata da diversi acciacchi, rende comprensibile e saggia la regola canonica che obbliga i parroci ad offrire le dimissioni dai ruoli pastorali al proprio Vescovo.
In questi nove anni di ministero ho cercato di amare Gesù Cristo amando ogni fedele di tutte e due le comunità parrocchiali, sia proponendo che correggendo secondo le modalità proprie della mia persona. E’ stata una esperienza bella ed affascinante e insieme faticosa. Ringrazio Dio per gli anni trascorsi nella comunità “Maria Madre della Chiesa”: la Sua presenza mi ha sempre sostenuto e si è riverberata in tanti volti, in tanti incontri e iniziative. L’ho toccata con mano soprattutto nei rapporti di comunione fra persone realmente libere, capaci di mettersi in cammino; nelle celebrazioni eucaristiche partecipate con fede matura; nei vari servizi gratuitamente svolti tesi a soddisfare i vari bisogni della chiesa particolare e universale o del mondo da parte di tanti fedeli; nelle intense amicizie, con laici e sacerdoti, da me percepite come vere testimonianze di fede, di speranza e di carità, nella variopinta molteplicità dei gruppi e dei movimenti.
Non posso non ricordare con gratitudine la grande missione realizzata con l’aiuto di tanti fratelli cappuccini e sorelle, per lo più francescane. Si sono aperte le nostre case per accoglierli, si sono mobilitate tante persone per aiutarli pastoralmente e per “sfamarli”. Si è gustata una ventata di gioia e di freschezza della letizia cristiana; la partecipazione anche dei ragazzi e dei loro genitori è andata via via crescendo nelle preghiere, specialmente in quelle “prescolastiche”. Tutti i timori sulla effettuabilità della stessa missione, che albergavano in molte persone si sono sciolti, proprio grazie alla stessa esperienza missionaria. E’ vero Dio sorprende sempre, per questo occorre seguirlo con fede sempre rinnovata.
Sia nella storia della salvezza che in quella della chiesa Dio guida attraverso gli uomini che lo annunciano e lo testimoniano con la propria vita. Per questo è necessario accogliere e seguire ogni sacerdote inviato a guidare la comunità. Sarà compito del prete corrispondere con la propria vita al mandato ricevuto. I fedeli sono chiamati a coinvolgersi con lui e sviluppare i segni della novità che ogni parroco porta con sé. Così si avvera il fatto che la “Chiesa trae fuori dal proprio tesoro cose vecchie e cose nuove”. Anche i carismi sono offerti alle comunità per rinnovare la missione di rendere incontrabile Gesù Cristo quale compagno di viaggio di ogni uomo.
Alla luce di quanto detto sopra sono certo della buona accoglienza che riserverete a don Luca e della sequela alla sua proposta pastorale. Qualcuno mi ha domandato se non ho rimpianti. Certamente lasciare comporta sempre un poco o grande dolore, un lamento sul fatto che si poteva fare di più….Tutti i sentimenti sono veri e autentici ma il criterio della mia coscienza sta nella fede che descrive ogni cristiano, ogni sacerdote e persino il Papa, come un piccolo servo inutile (Lc. 17,10) o un umile lavoratore della vigna del Signore, (Benedetto XVI) perché è Lui che la porta continuamente a fiorire e a fruttificare.
Infine ricordo e ringrazio tutti i fedeli che hanno reso possibile la costruzione della “copertura” dell’oratorio S. Luigi, del nuovo sagrato di Madonna Pellegrina, del Centro della carità Madre Teresa e delle opere dell’asilo e della sala delle consorelle. Invito nuovamente tutti a farsi carico delle tante spese che le parrocchie sono chiamate a sostenere per rendere efficace la propria opera educativa pastorale. Anche nelle parrocchie il lungo periodo del “Covid” ha creato grosse difficoltà anche economiche.
Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera in questo tempo che porta alla meta definitiva; da parte mia continuerò ad affidarvi al Signore, in particolare nella S. Messa.
don Luigi Verga