Un primo “grazie” a don Luigi
Un grazie senza abbracci, ma altrettanto vero
di don Marco
Carissimi tutti,
la notizia della partenza di don Luigi non è giunta inaspettata: la legge della Chiesa domanda che noi sacerdoti al compimento del 75° anno di età rassegnamo le dimissioni da ogni incarico nelle mani del Vescovo. E così è stato anche per il nostro parroco. Tuttavia l’affetto che in questi anni è maturato ci fa da subito percepire la sofferenza per un saluto che ci viene chiesto.
Noi preti dobbiamo sempre tenere pronte le valigie: la promessa di obbedienza al Vescovo pronunciata il giorno dell’Ordinazione ci domanda la piena disponibilità per le necessità della nostra Chiesa. Eppure siamo uomini, e come tali non possiamo pensare di non coinvolgere gli affetti e i sentimenti nel ministero che siamo chiamati ad esercitare. Tra il prete e la sua comunità si crea quel legame speciale che vi è tra il pastore e il gregge, dove il pastore, come ci ha ben ricordato Papa Francesco, è chiamato a camminare davanti, perché possa essere guida, in mezzo, perché possa essere amico e compagno di viaggio, e dietro, perché possa essere lui stesso accompagnato dalla santità del Popolo di Dio.
Tra il prete e la sua comunità si instaurano poi amicizie, affetti, legami nati dalla condivisione di tempo, preghiera, confidenze… insomma, lasciare una comunità non è mai facile! Ma questo “andare” esprime l’urgenza dell’annuncio che Gesù più volte richiama nel Vangelo: “È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato” (Lc 4,43).
Dal 1° settembre don Luigi inizierà un nuovo periodo della sua vita sacerdotale, andando a risiedere a Cerro Maggiore insieme al fratello don Roberto, che è parroco di quella Comunità. Si renderà disponibile per la celebrazione dei sacramenti, la predicazione… e continuerà il suo lavoro presso l’Ufficio accoglienza dei fedeli separati della Curia Arcivescovile.
A lui già da ora va il nostro grazie per tutto il bene che ha saputo seminare tra noi in questi nove anni. Sono stati anni per certi versi complicati. Don Luigi ha avuto l’arduo compito di dare inizio alla Comunità Pastorale; e sappiamo quanto sia difficile far camminare insieme due parrocchie! Ma in questo viaggio faticoso ci ha sempre spronato anzitutto a ricercare la comunione tra di noi, quella comunione che nasce dall’Eucaristia celebrata e condivisa, che fa vincere ogni barriera e divisione: “non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28).
In questi anni abbiamo poi saputo apprezzare l’esperienza e l’attenzione che don Luigi ha maturato verso la realtà della famiglia, autentica Chiesa domestica, e cellula fondamentale per l’annuncio del Vangelo, attraverso l’accompagnamento personale, l’impegno presso il Consultorio di Magenta, il discernimento nei casi feriti.
Infine, da parte mia, non posso non esprimere un ringraziamento particolare: il 3 ottobre 2014 sono stato accolto da don Luigi in Arcivescovado, ricevendo la mia prima destinazione a Bareggio. In tutti questi anni mi sono sentito da lui accompagnato con sapienza e voluto bene; e per un prete “novello” questo è il dono più grande che si possa chiedere.
Caro don Luigi, in questi mesi troveremo sicuramente – nonostante la situazione – il modo migliore per esprimerti questo grazie, mentre ti auguriamo ogni bene per il tuo cammino futuro, nella certezza che il Signore rimane fedele e che il “centuplo” promesso potrai continuare a sperimentarlo nel futuro che ti verrà donato.