Prepariamoci alla visita del Papa a Milano
Carissimi Fratelli,
vi invito a prepararvi alla visita che Papa Francesco farà il 25 marzo alla nostra Diocesi milanese innanzitutto con la preghiera e poi meditando le riflessioni che il Comitato per l’accoglienza, voluto dal Cardinale Angelo Scola con il Consiglio dei Vescovi, propone a tutti i fedeli e a tutti gli uomini di Buona volontà.
Sono contento che già trecento persone si sono iscritte presso le segreterie parrocchiali per partecipare a Monza alla S. Messa presieduta dal Papa. Questo fatto costituisce un segno di Speranza in quanto esprime sia la gratitudine dei fedeli per il ministero molto complesso che il Papa svolge e sia il desiderio di mettere in pratica il suo insegnamento mediante una conversione più evangelica.
“In questa città io ho un popolo numeroso”, dice il Signore. E’ questo il titolo che è stato dato alla visita del Papa. (cfr Atti 18,10) Il nostro cardinale afferma che nella diocesi è presente, con delle caratteristiche ben marcate un “cattolicesimo lombardo” che tanto bene ha fatto nella sua storia plurisecolare. Ma oggi occorre tenere presente che la “Grande Milano” e tutta la diocesi è provocata e sfidata da un nuovo contesto sociale e culturale che non sempre favorisce l’incontro di popoli e culture in una convivenza capace di conciliare le differenze. Milano (e la diocesi) ha antiche radici cristiane ma non è “scontatamente” cristiana. La chiesa ambrosiana deve lasciarsi scuotere, lasciarsi convertire, tornando sempre più decisamente ai “quattro pilastri”della vita delle prime comunità cristiane”.
Il cardinale aveva richiamato questi quattro pilastri sia nella sua visita a Bareggio sia in quella decanale a Magenta: la necessità della preghiera, la partecipazione ai Sacramenti ed in particolare alla S. Messa,che genera la vita di comunione tra i cristiani, l’ascolto e la personalizzazione della Parola di Dio e del Magistero della Chiesa, la missione come annuncio di Cristo. Dice il Papa nella Evangelii Gaudium: “Essere Chiesa significa essere popolo di Dio, in accordo con il grande progetto d’amore del Padre. Questo implica essere il fermento di Dio in mezzo alla umanità. Vuol dire annunciare e portare la salvezza di Dio in questo mondo, che spesso si perde, che ha bisogno di avere risposte che incoraggino, che diano speranza, che diano nuovo vigore nel cammino. La Chiesa dev’essere il luogo della misericordia gratuita, dove tutti possano sentirsi accolti, amati, perdonati e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo”.
Nella visione della Chiesa come Popolo di Dio si fondono vitalmente le due grandi verità del primato della Grazia di Dio e del compito missionario. Esse ci portano a guardare alla Chiesa di Cristo come “Chiesa della Misericordia” e “Chiesa in uscita”, come popolo dai molti volti, comunità dei carismi, luogo
dell’incontro e del dialogo. Credo che anche la proposta della nostra Comunità pastorale di Bareggio di proporre la Missione Popolare con i frati Cappuccini possa ricevere una grande luce e un grande stimolo da quanto il Papa e il Cardinale ci hanno richiamato.
Desidero ringraziare, anche a nome dei familiari, le parrocchie per la grande e bella testimonianza di fede e di speranza che è stata data in occasione del funerale di Don Giuliano Lonati. Il suo esempio possa aiutare ciascuno a capire che lo sviluppo della persona avviene rispondendo alla chiamata di Dio.
Inoltre nella testimonianza di don Giuliano tutti noi possiamo percepire il bene che ha compiuto in ogni comunità dove ha vissuto e come la sua presenza abbia generato una nuova umanità.