Amore che non abbandona mai, vivi in mezzo a noi!
Cosa colpisce di più della Polonia? Le mele. Rossastre, grosse quasi il doppio delle nostre – una cassa piena di questi “palloni” vicino all’ingresso della palestra che ci ospitava. (Anche l’onnipresenza di pollo-e-patate non si può dimenticare, però.) Ma soprattutto colpisce l’entusiasmo con cui siamo stati accolti noi due milioni e mezzo di giovani, che da tutto il mondo ci siamo riversati a Cracovia per una settimana di Fede e allegra condivisione. Bandiere e chitarre alla mano, sorriso sulle labbra, i nostri giovani ospiti polacchi ci hanno salutato all’arrivo a Lapanow, per nulla intimoriti da un’ottantina di (già troppo) stanchi giovani del Decanato di Magenta, e senza preoccuparsi delle difficoltà di comunicazione.
Salto in avanti – sabato pomeriggio: mentre sotto al sole che batte milioni di vocianti ragazzi e ragazze camminano con zaini e sacchi a pelo in spalla, le famiglie polacche sulla strada non si risparmiano in gentilezze e cordialità, offrendo un saluto o una canna dell’acqua appesa al cancello a beneficio dei pellegrini. Anche a Cracovia, bella e grande, ma non certo una gigantesca metropoli, non si è visto mai chi protestasse per quella benevola “invasione” che intasava mezzi pubblici, strade, e luoghi di ristoro; anzi, ogni crocicchio, ogni chiesa, ogni negozio erano decorati e pronti ad stupire e accogliere i nostri occhi famelici e i nostri cuori accesi.
Cosa stupisce di più della Polonia? La cultura. Quanta bellezza c’è in una terra che non si è lasciata secolarizzare da questi nostri tempi ardui; quanta energia in tutti quelli e quelle che, lungo i secoli di storia di questa travagliata Nazione, hanno raggiunto l’eccellenza nell’arte, nella scienza, nella Fede. Primo fra tutti Karol Wojtyla, splendido esempio di uomo, Papa, Santo – figura congeniale a noi giovani bareggesi, impegnati nella stesura di un musical che narra la sua vita e disperatamente in cerca di spunti e spinte. Un paese fiero, la Polonia, della sua lingua incomprensibile e della sua moneta differente, delle sue chiese di legno e della sua Chiesa viva, felice di accogliere un mare di giovani che anelano all’amore di Gesù.
Salto in avanti – i discorsi di Papa Francesco: a volte divertenti, sempre incisivi, fortunatamente in italiano. Si canta l’importanza della Misericordia in questo anno dedicatole, si loda il cuore dell’uomo che sa offrire perdono ai propri fratelli. Si chiede al Signore la resistenza per affrontare la vita con gli scarponcini da montagna ai piedi, e la scossa necessaria per alzarsi dal divano dove ci adagiamo con troppa facilità. “No sofa happiness”, no alla vita apatica e spenta che attira ogni giorno noi giovani, con le sue promesse di appagamento istantaneo e facili conquiste. Sì all’esempio dei Santi che hanno reso testimonianza della gioia di seguire il Signore, sì alla felicità duratura che viene dallo spendere energia, mente, anima per dare lode a Gesù.
Grazie a chi ha invitato, accolto, incontrato, accompagnato, colpito, stupito noi giovani in questa XXXI Giornata Mondiale della Gioventù. Ora tocca a noi.
D.L.