Non esistono ragazzi cattivi
Bullismo, violenza, tradimento, alcool, razzismo, spaccio, paura, solitudine, cattiveria, presa in giro, morte…: queste sono sono alcune delle esperienze vissute dai ragazzi della Comunità di accoglienza per minori Kayros, fondata da don Claudio Burgio, cappellano, insieme a don Gino Rigoldi, del carcere minorile Beccaria, nonché direttore della Cappella Musicale del Duomo di Milano. Kayros è un nome greco che potremmo tradurre in italiano con “tempo opportuno”, “momento favorevole”. Vivere in questa comunità, infatti, significa lasciarsi educare dagli avvenimenti, rinunciando alla tentazione di istruire Dio sul come dovrebbero andare le cose.
Venerdì 23 settembre, nell’ambito della festa degli oratori, presso il cineteatro S. Luigi, questi ragazzi sono saliti sul palco e hanno messo in scena uno spettacolo-incontro, scritto e interpretato da loro stessi, intitolato “Mosaiko“. Nel corso della serata frammenti di vita vera, spesso drammatica, raccontati attraverso canzoni, gesti, narrazioni e testi, si sono ricomposti insieme, come le tessere di un mosaico appunto, per dare forma ad un’opera d’arte. Infatti, è pur vero che ogni pezzo di un mosaico è unico ma c’è un solo modo per mettere ciascuna parte nella giusta posizione dando forma compiuta alla creazione: è l’amore, solamente così si costruisce il mosaico della vita perché soltanto l’altro può darti quello che manca a te.
Ecco che allora la meta è sempre la stessa è quella di ognuno di noi, perché tutti abbiamo nel cuore il medesimo desiderio di felicità, anche i cosiddetti “Ragazzi cattivi” nonostante “i ragazzi cattivi non esistono” come ha scritto don Claudio nel suo libro : “nessuno di loro è “cattivo” per natura, ma tutti, se seguiti con cura e amore, possono trovare la propria strada e un posto nella società”.
Lo studio, il lavoro, gli affetti, l’amicizia, il sorriso di una persona cara, la stima, la fiducia, la speranza, la certezza del cambiamento possibile, diventano le strade per arrivare a riscattarsi e a giungere ad un destino buono, “normale”, nonostante le ferite che la vita lascia addosso.
Lo spettacolo rappresentato è stato il frutto di un anno di lavoro con la compagnia Rami-Percorsi teatrali, che ne ha curato la conduzione e la regia.
Al termine della serata i ragazzi della Comunità, incoraggiati e sostenuti da Daniele, uno dei loro educatori, si sono mostrati disponibili a dialogare con il numeroso pubblico presente, toccato dalla dalla loro coraggiosa testimonianza. Gli interventi che sono emersi hanno sottolineato quanto noi possiamo e dobbiamo ancora fare nei confronti dei diversi, degli emarginati, degli stranieri, in termini di accoglienza e disponibilità, allontanando i pregiudizi e l’indifferenza che spesso impediscono l’incontro con chi è nel bisogno.
Il libro
Le storie dei ragazzi che l’autore incontra al Beccaria o che ospita nella Comunità Kayros, s’intrecciano con la sua storia di uomo e di prete, in un legame che rende sempre più fecondo il cammino, un itinerario pedagogico fatto di sfide e di rischi, ma altrettanto aperto a sorprendenti possibilità di cambiamento. Questi ragazzi, che per la mentalità comune sono solo dei delinquenti, per lui sono ragazzi e basta, da amare, accogliere e sostenere nella ricerca della propria identità e umanità. Tante sono le storie difficili e drammatiche riportate, e numerose le testimonianze degli stessi ragazzi, che coinvolgono e interrogano ad aprire gli orizzonti della nostra società e della nostra vita. Questo libro nasce dall’esigenza di raccontare, attraverso la narrazione autobiografica, la straordinaria avventura dell’educare che appartiene a ciascuno, e l’impegno e la responsabilità nel consegnare alle nuove generazioni il faticoso ed appassionante mestiere di vivere.